Federalismo: Napolitano, «Decreto irricevibile, non ci sono le condizioni»
Berlusconi poco prima da Bruxelles: «Spero non ci siano problemi con il presidente sulla firma»
obbligo di comunicazioni alle Camere prima di approvazione definitiva
MILANO - Il presidente della Repubblica rispedisce al mittente il testo del decreto sul federalismo fiscale municipale, adottatto giovedì sera dal governo nonostante lo stop ottenuto poche ore prima alla commissione della Camera. Secondo Giorgio Napolitano, nella lettera inviata al presidente del Consiglio, spiega che non ci sono le condizioni per l'emanazione del decreto legislativo e afferma di «non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal governo», rende noto il Quirinale.
LA NOTA - Ecco il testo della nota: «Il capo dello Stato ha comunicato al presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal governo. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri nella seduta di ieri sera, come risulta dal relativo comunicato, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari».
La conferenza stampa di Tremonti e Calderoli
BOSSI TELEFONA - A questo punto Umberto Bossi telefona a Giorgio Napolitano e assicura che il governo svolgerà una relazione alle Camere sul decreto, come chiesto dal Quirinale nella nota in cui spiega di non poter ricevere il provvedimento. «Bossi», si legge in una nota, questa volta della Lega Nord, «ha preso il duplice impegno di andare a trovare la prossima settimana il capo dello Stato al Quirinale e, come preannunciato dal ministro Calderoli, si recherà nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale».
CALDEROLI - «Non ho paura di andare a mostrare un prodotto di cui siamo orgogliosi», ha detto parlando a Radio Padania Libera il ministro Roberto Calderoli secondo il quale la scelta del Presidente della Repubblica sul federalismo «è un'interpretazione». «Io - ha spiegato Calderoli - pensavo che una volta recepite le osservazioni delle commissioni di Camera e Senato potessimo passare all'approvazione. Il Colle ritiene sia necessario un passaggio in aula in base al quarto comma dell'articolo 2 della legge 42». «Sono convinto che questo federalismo sarà approvato dalle Camere». E poi ha concluso: «Spiace perdere dieci o quindici giorni, ma si va avanti» con il federalismo che sarà confermato dal Parlamento. «L'unica cosa che prevede la legge è che il governo dia comunicazioni alle Camere, dopo di che può esserci un voto su di esse ma il testo è quello e non è suscettibile di modifiche» ha chiarito il ministro. Secondo Calderoli la decisione del presidente Napolitano «non cambia alcunché, si tratta di un passaggio formale in più, sarà una o due settimane a seconda della disponibilità del Parlamento». «Assolutamente no», la decisione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul decreto del federalismo municpale non è un messaggio politico. Se ne è detto convinto il ministro Roberto Calderoli rispondendo ad una specifica domanda nella sede leghista di via Bellerio a Milano. «Assolutamente no - ha osservato - perché quello che Napolitano ha dichiarato tre giorni fa a Bergamo sulla volontà di proseguire nel cammino delle riforme, in particolare il federalismo, rende il presidente al di sopra di ogni sospetto: è chiaro che ha dato un'interpretazione, una cautela che porta ad essere più realisti del re».
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