Università, la riforma Gelmini è legge
Dopo la lunga maratona, il via libera definitivo a Palazzo Madama. Fli vota con il Pdl, l'Udc si astiene
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Università, la riforma Gelmini è legge
Dopo la lunga maratona, il via libera definitivo a Palazzo Madama. Fli vota con il Pdl, l'Udc si astiene
ROMA - La riforma Gelmini è legge. L'aula del Senato ha infatti dato il via libera definitivo al testo sull'università approvandolo con 161 sì, 98 no e 6 astenuti. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Fli. Hanno votato contro Pd e Idv. Si sono astenuti (anche se al Senato vale come voto contrario) Udc, Api, Svp e Union Valdotaine. «La riforma verrà attuata fin dal prossimo anno accademico» ha annunciato il ministro dell'Istruzione nel corso della registrazione di Porta a Porta. La Gelmini ha sottolineato che entro i prossimi sei mesi tutti gli adempimenti e i decreti attuativi saranno approvati.
LE REAZIONI - Governo e maggioranza hanno salutato il via libera alla riforma come un «grande traguardo». È un «passaggio chiave della legislatura» ha detto Maurizio Gasparri. Il presidente dei senatori del Pdl ha inoltre invitato il capo dello Stato ad ascoltare «anche le ragioni di coloro che sono favorevoli alla riforma dell’Università, come ha ricevuto le associazioni studentesche in dissenso». Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, la riforma segna la fine della «ricreazione» nel sistema educativo iniziata nel 1968. Plauso anche da parte di Confindustria, secondo cui la riforma Gelmini «consegna finalmente al Paese un sistema universitario nuovo che mette al centro i giovani». Critiche dall'opposizione. «Una cosa che il ministro Gelmini non dice mai - ha dichiarato la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro - è che questa è una legge delega e che ci sono ancora circa 50 decreti attuativi da varare. Occorrerà che Camera e Senato tornino con le commissioni a occuparsene. Mi auguro - ha concluso - che in quella sede si possa ancora fare qualche passo in avanti».
TESTO BLINDATO- La maggioranza ha blindato il testo prima del via libero definitivo, evitando di far passare provvedimenti che richiedano un successivo passaggio parlamentare alla Camera. Alcune contraddizioni tra diversi articoli dello stesso testo, evidenziate con forza dalle opposizioni, saranno corrette, come ha annunciato lo stesso ministro Maria Stella Gelmini, nel decreto «Milleproroghe».
«PROTESTE SENZA INCIDENTI» - Alla Camera, intanto, il ministro dell'Interno Roberto Maroni è intervenuto sulle mobilitazioni degli studenti e ha sottolineato che «la giornata di ieri si è svolta ovunque senza incidenti» a differenza di quanto accaduto lo scorso 14 dicembre a Roma. In quell'occasione si registrarono momenti di vera e propria guerriglia urbana e la giornata si concluse con diversi fermi di polizia. «Non c'è stato nessun incidente degno di nota - ha aggiunto il ministro - salvo a Palermo» dove ci sono stati tentativi di assalto alla sede della Regione Sicilia e alla Questura. «Brutta cosa - ha detto Maroni - l'assalto a questa, simbolo della lotta alla mafia. Vedere lanciare pietre, bottiglie e uova contro un avamposto della lotta alla mafia mi ha profondamente rattristato». Il ministro ha concluso affermando che il «diritto al dissenso è sacrosanto e sarà sempre garantito dalle forze dell'ordine ma la violenza sarà sempre contrastata con ogni mezzo».
Redazione online
23 dicembre 2010(ultima modifica: 24 dicembre 2010)
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