la Polverini si è dimessa
"Consiglieri tutti indegni, li mando a casa io"
Il presidente lascia: "La mia decisione è irrevocabile". Ieri l'annuncio a Napolitano e Monti
20:19 - Il governatore del Lazio, Renata Polverini, si è dimessa. "Comunico solo stasera quello che avevo già comunicato ieri a Napolitano e Monti", ha spiegato. "La mia - ha aggiunto - è una decisione irrevocabile". Il presidente lascia dopo lo scandalo che ha travolto la Regione. "Questo consiglio - ha detto la Polverini - non è più degno di rappresentare una Regione importante come il Lazio: questi signori li mando a casa io".
Renata Polverini ha parlato di "personaggi da operetta che non era accettabile mantenere in un luogo prestigioso come il consiglio regionale, hanno fatto cose raccapriccianti. La festa era finita da lunedì scorso e ne ero consapevole, ma ho voluto vedere a cosa si sarebbe spinto questo consiglio regionale. Ora rimarrò in carica per il tempo previsto dallo statuto e dalle leggi".
"Con il blocco della mia azione riformatrice ci saranno gravi ripercussioni sul Paese - ha spiegato la Polverini -. Abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni. La Regione Lazio di Renata Polverini ha lo stesso rating del governo Monti, ce lo hanno comunicato venerdì durante il consiglio sui tagli".
"Me ne vado a testa alta"
"Arriviamo qui puliti: mai avrei immaginato che con quelle ingenti risorse tutti, nessuno escluso, facessero spese sconsiderate ed esose", continua. "Vado via a testa alta non so se altri potranno a fare lo stesso. Me ne vado avendo azzerato i fondi dei gruppi regionali. Voglio vedere se chiunque verrà farà lo stesso".
"Da oggi parlerò senza freni"
"Ora che sono una persona libera, potrò dire tutte le cose che finora non ho detto. Anche quelle eclatanti che ho visto". "Io continuerò a fare politica, con questi non ho nulla a che fare. Stessero sereni questi signori perché domani potranno fare politica se si ricordano come si fa".
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